La poltroncina Kite, design GamFratesi, è un prodotto dall’estetica pura e avvolgente, studiata nel confort e nelle proporzioni, ideale per le zone di attesa così come in ambienti domestici, dal living alla zona notte.
Kite è composta da una struttura in tondino metallico verniciato nero o in finitura brown ombra che disegna un semplice tracciato nello spazio, su cui si appoggiano un confortevole cuscino e un’avvolgente schienale che si ripiega sulla struttura dando vita al dettaglio peculiare del prodotto: un invitante bracciolo che ricorda il bavero ripiegato di un cappotto.
Kite è un prodotto che nasce dalla contaminazione tra design e moda sia nelle forme che nella possibilità di scegliere tra l’ampia gamma di tessuti, pelli, Nabuk ed ecopelli di Porro, accostando diversi materiali su schienale e seduta per infinite combinazioni.
Scheda Progetto
- Tipologia
Contenitore - Catalogo
PORRO SpA - Design
Bruno Munari - Anno di realizzazione
2008 
Design
          Bruno Munari
Bruno Munari (Milano, 24 ottobre 1907 – Milano, 30 settembre 1998) è stato un artista e designer italiano. Tra i massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo, ha dato contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, design industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del gioco, dell’infanzia e della creatività. Bruno Munari è figura leonardesca tra le più importanti del Novecento italiano. Assieme allo spaziale Lucio Fontana, Bruno Munari il perfettissimo domina la scena milanese degli anni Cinquanta-Sessanta; sono gli anni del boom economico in cui nasce la figura dell’artista operatore-visivo che diventa consulente aziendale e che contribuisce attivamente alla rinascita industriale italiana del dopoguerra. Munari partecipa giovanissimo al movimento futurista, dal quale si distacca con senso di levità ed umorismo, inventando le macchine aeree (1930) e le macchine inutili (1933). Verso la fine degli anni ‘40 fonda il MAC (Movimento Arte Concreta) che funge da coalizzatore delle istanze astrattiste italiane prospettando una sintesi delle arti, in grado di affiancare alla pittura tradizionale nuovi strumenti di comunicazione ed in grado di dimostrare agli industriali la possibilità di una convergenza tra arte e tecnica. È considerato uno dei principali protagonisti dell’arte programmata e cinetica, ma sfugge per la molteplicità delle sue attività e per la sua grande ed intensa creatività ad ogni definizione e catalogazione.




